Modelli analogici per comprendere il terremoto
Docenti Responsabili: Dott. G. Camanni, Prof. L. Ferranti
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Obiettivo formativo
L’obiettivo di questo laboratorio è quello di simulare i meccanismi di genesi dei terremoti su piani di faglia analogici, così come i meccanismi attraverso cui numerose faglie associate le une alle altre possono portare alla formazione di margini di rift e di catene montuose.
L’obiettivo di questo laboratorio è quello di simulare i meccanismi di genesi dei terremoti su piani di faglia analogici, così come i meccanismi attraverso cui numerose faglie associate le une alle altre possono portare alla formazione di margini di rift e di catene montuose.
Presentazione attività
In una prima fase, la genesi di terremoti verrà simulata mediante l’uso di blocchetti di legno disposti su un piano inclinato (faglia analogica) e mossi mediante un elastico. La magnitudo del terremoto analogico sarà misurata mediante l’accelerometro di un telefono cellulare che fungerà da sismografo. Si potrà osservare come l’energia venga in un primo momento accumulata e poi di colpo rilasciata. In una seconda fase, all’interno di una scatola realizzata con pareti di plastica trasparenti verranno disposti strati di sabbia orizzontali di colori differenti (a simulare la stratigrafia originaria) che verranno poi compressi e estesi a formare, rispettivamente, sistemi di faglie compressionali e estensionali.
In una prima fase, la genesi di terremoti verrà simulata mediante l’uso di blocchetti di legno disposti su un piano inclinato (faglia analogica) e mossi mediante un elastico. La magnitudo del terremoto analogico sarà misurata mediante l’accelerometro di un telefono cellulare che fungerà da sismografo. Si potrà osservare come l’energia venga in un primo momento accumulata e poi di colpo rilasciata. In una seconda fase, all’interno di una scatola realizzata con pareti di plastica trasparenti verranno disposti strati di sabbia orizzontali di colori differenti (a simulare la stratigrafia originaria) che verranno poi compressi e estesi a formare, rispettivamente, sistemi di faglie compressionali e estensionali.
I partecipanti saranno invitati a notare le strutture che si formeranno attraverso le pareti trasparenti della scatola, e i docenti illustreranno le similitudini di tali strutture con quelle che possiamo osservare in natura in, per esempio, aree collisionali come l’Appennino meridionale.