Aree e temi di ricerca

Tettonica, geologia strutturale e relativi rischi
Personale
Dottorandi: Camilla Marino, Jacopo Natale
 

Principali aree di ricerca

Le principali aree di ricerca del gruppo di ricerca sono:

1) Tettonica globale e regionale

2) Geologia strutturale e tettonofisica

3) Vulcano-tettonica e geologia dei terremoti

Un aspetto fondamentale della nostra ricerca è un approccio multidisciplinare che integra la nostra esperienza con diverse discipline tra cui la stratigrafia, sedimentologia, petrologia, geocronologia, geomorfologia, geodesia, sismicità e geofisica marina. All'interno delle tre grandi aree di ricerca, attualmente ci stiamo concentrando sull'indagine dei seguenti argomenti:

1) Tettonica globale e regionale

  • Evoluzione strutturale e cinematica delle catene a pieghe e sovrascorrimenti (collaborazione con l'Università di Benevento; Università di Catania; Università di Potenza; Università di Barcellona; CSIC)
  • Tettonica dei margini di rift e delle zone di faglia trascorrenti (collaborazione con l'Università di Aberdeen; Dalhousie University, Louisiana State University; Università di Edimburgo; China University of Geosciences; Western Washington University)
  • Tettonica planetaria (collaborazione con INAF-IAPS, Roma; Università di Padova; The Open University, Milton Keynes, Regno Unito)

2) Geologia strutturale e tettonofisica

  • Struttura, evoluzione e petrografia delle zone di faglia (collaborazione con University College di Dublino; Università di Chieti; INGV-Roma)
  • Imaging delle strutture di danneggiamento strutturale nel sottosuolo e della loro espressione sismica (collaborazione con l'Università di Aberdeen; Università di Stavanger; Università di Bergen)

3) Vulcano-tettonica e geologia dei terremoti

  • Evoluzione vulcano-tettonica dei vulcani campani (collaborazione con CNR-IAMC, Napoli, INGV-Osservatorio Vesuviano, Napoli; INGV-Pisa; Università di Brema; Università Kapodistrian, Atene).
  • Parametrizzazione di faglie attive
  • Paleosismologia
 

3dvolume

dafviesfualt tanzania

P1040065

P1060583

sezione solfatara

tanzania RIFT

 

 
Geochimica applicata e rischi ambientali
Dottorandi: Antonio Aruta, Pooria Ebrahimi, Annalise Guarino
 
Il gruppo svolge attività di ricerca su due principali ambiti specifici:
  • Geochimica applicata all’ambiente ed al territorio
  • Inclusioni fluide (IF) e magmatiche (MI) nei minerali
Per quanto riguarda gli studi relativi alla geochimica applicata all’ambiente ed al territorio, il gruppo si occupa prevalentemente della ricostruzione a scala regionale e/o locale dei pattern di distribuzione spaziale delle concentrazione di elementi e di composti chimici nei suoli, in altre matrici ambientali ( acqua, sedimenti ed aria) e in matrici biologiche come prodotti agricoli e tessuti animali.
Tra gli obiettivi primari dell’attività di ricerca vi sono
  • la definizione a scala regionale e locale dei tenori di fondo naturale (background) e attuale (Baseline) per metalli e metalloidi utilizzando metodi avanzati di analisi statistica dei dati composizionali con il supporto di tecniche cartografiche di nuova generazione.
  • la definizione dei livelli di radiazione naturale indotta da materiali di origine vulcanica in ambienti confinati e in contesto sub-aereo incluso la stima del potenziale geologico del radon
  • lo sviluppo di modelli stocastici di valutazione del rischio a scala regionale in considerazione della variabilità dell’uso del territorio e delle caratteristiche specifiche della popolazione esposta.
 
Nell’ambito della tematica delle Inclusioni fluide e magmatiche nei minerali, il gruppo si è finora dedicato precipuamente allo studio dell’evoluzione dei fluidi in ambienti petrogenetici, magmatologici, vulcanologici e idrotermali.
Il laboratorio per lo studio delle IF e delle MI è stato istituito nel 1978 e, da allora, sono stati pubblicati i risultati di numerose ricerche su tematiche relative a:
  • applicazioni del metodo delle IF e MI al sistema vulcanico del Somma Vesuvio, dei Campi Flegrei, delle Hawaii, degli Iblei, delle Eolie, dell Etna, di Pantelleria e delle Isole Pontine.  
  • applicazioni del metodo delle IF allo studio di campi geotermici e di innumerevoli depositi e mineralizzazioni in Italia (Sardegna, Toscana, Lombardia, Sicilia e Calabria) e nel mondo (Giappone)
Nell’ultimo decennio il gruppo di ricerca ha preso parte a progetti di rilevanza nazionale e europea i cui risultati sono stati pubblicati in numerosi articoli e volumi scientifici.
Nello specifico, a scala europea il gruppo ha partecipato alle attività del progetto FOREGS (http://weppi.gtk.fi/publ/foregsatlas/), del progetto GEMAS (http://gemas.geolba.ac.at/) e di una serie di spin-off di ricerca relativi alla caratterizzazione a scala continentale del chimismo delle acque minerali (European Ground water Geochemistry Project - EGG) e alla geochimica degli ambienti urbani (Urban Geochemistry Project – URGE).
A livello nazionale/regionale, la partecipazione al progetto Campania Trasparente (http://www.campaniatrasparente.it/) ha permesso al gruppo di mettere a disposizione le proprie competenze al servizio dello sviluppo di un innovativo modello integrato di caratterizzazione ambientale.

Fig 2

 A) Distribuzione dei valori medi degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) a scala comunale lungo la fascia costiera della regione Campania. B) Distribuzione dei valori medi del rischio sanitario ambientale per la popolazione adulta in seguito ad esposizione agli IPA presenti nei suoli della la fascia costiera della regione Campania.

Fig 3

Microfotografia di un cristallo di quarzo contenente inclusioni fluide (FI)

 

Fig 4

Includione fluida (FI) complessa in un cristallo di pirosseno rinvenuto in un nodulo xenolitico a Ventotene.

 

Center for Ecological-Noosphere Studies National Academy of Sciences, RA (CENS) (Yerevan, Armenia)

(https://www.cens.am/)

Universidad de Chile (Santiago del Chile)

(http://www.uchile.cl/)

 China University of Geosciences (CUG) (Wuhan/Pechino, Cina)

(http://www.cug.edu.cn/  - http://www.cugb.edu.cn)

 Tongji University (Shanghai, Cina)

(https://www.tongji.edu.cn/)

Nanjing University (Nanjing, Cina)

(https://www.nju.edu.cn/)

China University of Petroleum (CUP) (Qingdao, Cina)

(http://upc.edu.cn/)

Zhejiang Gongshang University (ZJGSU) (Hangzhou, Cina)

(http://zjgsu.edu.cn/)

 

CENS Yerevan CUG Wuhan Pechino CUG Wuhan Pechino Nanjing University Nanjing Tongji University Shanghai Universidad de Chile Santiago ZJGSU Hangzhou

 

Giacimenti minerari
Staff
Prof. Nicola Mondillo, Prof. Giuseppina Balassone, Prof. Maria Boni,  Dr. Francesco Putzolu, Dr. Lorenzo Ammirati, Dr. Rita Chirico, Dr. Annamaria Pellino, Dr. Anna Sorrentino
 
I principali temi dell’Unità di Ricerca in Giacimenti Minerari presso l'Università di Napoli riguardano attualmente:
  • Depositi a metalli di base (MVT, SEDEX, idrotermali s.l.)
  • Depositi a Non-Solfuri di Zn-Pb-Ag-V
  • Depositi di bauxite
  • Depositi lateritici di Ni e Co
  • Depositi di Terre Rare (REE) in ambienti idrotermali e di weathering
  • Fluid flow idrotermale
  • Telerilevamento multispettrale e iperspettrale
L'Unità di Ricerca è specializzata nella caratterizzazione geologico-mineralogica, geochimica e isotopica dei giacimenti a Non-Solfuri di Zn-Pb, sia di origine ipogenica (idrotermale) che supergenica. Con l'ausilio di studenti di master e dottorato, ed in collaborazione con diverse istituzioni estere e compagnie minerarie sono stati studiati i giacimenti a Non-Solfuri Europei, come le "Calamine" della Sardegna, del Belgio, dell'Irlanda e della Polonia, i giacimenti a willemite Proterozoici della Namibia e dello Zambia, e giacimenti a Non-Solfuri di varie altre parti del mondo: Iran (Angouran), Yemen (Jabali), Turchia (Hakkari), Alaska (Reef Ridge), Peru (Accha, Yanque e Bongará), Italia (Gorno), etc.
L’unità attualmente conduce numerosi studi sul deportment di metalli critici (Ge, Ga, REE, Co) in mineralizzazioni supergeniche.

Negli ultimi anni, sono stati avviati nuovi progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo di metodi multiscala di rilevamento digitale di aree di interesse minerario per l'esplorazione mineraria e il monitoraggio ambientale, basati principalmente sul telerilevamento multispettrale e iperspettrale utilizzando dati ottenuti mediante sensori satellitari (ad esempio, PRISMA - ASI; Sentinel-2 - ESA) e analisi iperspettrali di laboratorio su campioni.
 
Principali collaborazioni
Collaborazione con INGV – Osservatorio Vesuviano (Italy).
Collaborazione con Natural History Museum of London (UK).
Collaborazione con Dipartimento di Scienze dell'Ambiente, del Territorio e di Scienze della Terra, Università di Milano Bicocca (Italy).
Collaborazione con GeoZentrum Nordbayern, University of Erlangen-Nuremberg (Germany).
Collaborazione con Camborne School of Mines, University of Exeter (UK).
Collaborazione con TU Bergakademie Freiberg (Germany).
Collaborazione con compagnie minerarie: Nexa Resources, Energia Minerals (Italia) s.r.l. & Alta Zinc Ltd., Zinc One Resources Inc., Arena Minerals, Doyon Ltd., Zincore Metals Inc., Jabal Salab Ltd. & ZincOx plc.
 
drillcores from a Ni laterite

drillcores from a Zn nonsulfide deposit

exploration camp in Bongara district

Gorno 3

Gorno underground

silius fluorite

 
Petrologia e Petrografia 

Strutturati: Cucciniello Ciro, Fedele Lorenzo, Franciosi Luigi, Melluso Leone, Morra Vincenzo, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Daniele Morgavi

Non strutturati: Attianese Gianpaolo, Cariddi Bruna,  Liguori Mara

Il gruppo di ricerca in Petrologia e Petrografia del DiSTAR è impegnato da anni nello studio dei processi di genesi e differenziazione di rocce ignee effusive, intrusive e del mantello utilizzando tecniche mineralogiche, petrografiche, geochimiche (elementi maggiori ed in traccia e sistematiche isotopiche Sr-Nd-Pb-O-Hf-Os su roccia totale e/o fasi mineralogiche), geocronologiche (datazioni assolute con i metodi 40Ar/39Ar, U-Pb) e nella successiva modellazione dei processi di evoluzione e delle sorgenti di mantello.

Le rocce studiate hanno affinità variabile da tholeiitica a calcalcalina (s.l.) ad alcalina (da debolmente a fortemente sottosatura in silice, anche di tipo ultrapotassico, melilititico, carbonatitico e kimberlitico), nonchè degli xenoliti ultramafici di mantello spesso associati alle vulcaniti mafiche alcaline. Le aree oggetto di studio sono: Campi Flegrei, Ischia, Somma-Vesuvio, Sardegna, Monte Vulture, Roccamonfina, Colli Albani, Isole Pontine, Provenza, Carpazi Orientali, i grandi espandimenti basaltico-tholeiitici associati alla frammentazione della Gondwana (Madagascar, Deccan Traps in India, Antartide, Paraná, Angola, Mozambico), i prodotti intrusivi ed effusivi alcalini di aree continentali (Brasile, India, Madagascar) ed i prodotti del magmatismo Africano (Rift dell’Etiopia, Rift del Congo, Camerun).

Sono anche in corso studi su rocce metamorfiche metamafiche e metapelitiche di alto gradiente P/T affioranti nel sistema Appennino meridionale/Calabria-Peloritani, volti alla definizione della evoluzione tettono-metamorfica delle successioni investigate (attraverso caratterizzazione microtettonica, petrografica, mineralogica e geochimica e modellizzazione degli equilibri di fase).

Principali collaborazioni attive:

Università di Roma La Sapienza (Prof. M. Lustrino); Università di Firenze (Prof. S. Conticelli); Università di Pavia e CNR, Pavia (Prof. A. Zanetti); IAMC (Dr. D.D. Insinga); Università di Padova (Prof. A. Marzoli); USGS, Menlo Park (Dr. A.T. Calvert); Università di San Paolo, Brasile (Prof. C. B. Gomes, Prof. E. Ruberti, Prof. C. Tassinari, Prof. R.G. Azzone); BRGM, Orleans, France (Prof. R.D. Tucker); COAS Oregon State University (Prof. R. Duncan); Indian Institute of Technology, India (Prof. H.C. Sheth); University of Leoben, Austria (Dr. T. Meisel); University of Cape Town, Sudafrica (Prof. A.P. le Roex); University of Roskilde, Danimarca (Dr. M. Storey); University of Benares, India (Prof. R.K. Srivastava); British Museum (Dr. C.M. Petrone); University of Maputo, Mozambico (Prof. L. Vasconcelos); University of Curtin, Australia (Prof. F. Jourdan), Univeristy of Melbourne, Australia (Prof. J.M. Hergt); Chinese Academy of Sciences (Prof. F.-Y. Wu); Institute of Geodynamics of Romanian Academy, Bucarest, Romania (Dr. I. Seghedi); Department of Earth Sciences, University of Yaoundé I, Cameroon (Prof. Jean Pierre Tchouankoue).

The research group in Petrology and Petrography of DiSTAR is involved in the study of the genesis and differentiation processes of igneous effusive, intrusive and mantle rocks using mineralogical, petrographic and geochemical (major and trace elements and isotopic systematic Sr-Nd-Pb -O-Hf-Os on bulk-rock and / or mineralogical phases), geochronological techniques (radiometric dating with 40Ar/39Ar, U-Pb methods) and in the subsequent modeling of evolution processes and mantle sources.

The rocks studied range from tholeiitic to calc-alkaline (s.l.) to alkaline (from weakly to strongly undersaturated in silica included ultrapotassic, melilitic, carbonatitic and kimberlitic rock types), as well as the ultramafic mantle xenoliths often associated with the mafic alkaline rocks. The areas studied are: Campi Flegrei, Ischia, Somma-Vesuvio, Sardinia, Monte Vulture, Roccamonfina, Colli Albani, Pontine Islands, Provenza, Eastern Carpathians, continental flood basalts associated with the fragmentation of Gondwana (Madagascar, Deccan Traps in India, Antarctica, Paraná, Angola, Mozambique), the intrusive and effusive alkaline products of continental areas (Brazil, India, Madagascar) and the products of African magmatism (Rift of Ethiopia, Rift del Congo, Cameroon).

Additional research studies are focused on metamafic and metapelitic high gradient P/T metamorphic rocks outcropping in the Southern Apennines/Calabria-Peloritani system, aimed at defining the tectono-metamorphic evolution of the investigated sequences (through microtectonic, petrographic, mineralogical and geochemical studies and phase equilibria modeling).

Main collaborations and partnerships:

Università di Roma La Sapienza (Prof. M. Lustrino); Università di Firenze (Prof. S. Conticelli); Università di Pavia e CNR, Pavia (Prof. A. Zanetti); IAMC (Dr. D.D. Insinga); Università di Padova (Prof. A. Marzoli); USGS, Menlo Park (Dr. A.T. Calvert); Università di San Paolo, Brasile (Prof. C. B. Gomes, Prof. E. Ruberti, Prof. C. Tassinari, Prof. R.G. Azzone); BRGM, Orleans, France (Prof. R.D. Tucker); COAS Oregon State University (Prof. R. Duncan); Indian Institute of Technology, India (Prof. H.C. Sheth); University of Leoben, Austria (Dr. T. Meisel); University of Cape Town, Sudafrica (Prof. A.P. le Roex); University of Roskilde, Danimarca (Dr. M. Storey); University of Benares, India (Prof. R.K. Srivastava); British Museum (Dr. C.M. Petrone); University of Maputo, Mozambico (Prof. L. Vasconcelos); University of Curtin, Australia (Prof. F. Jourdan), Univeristy of Melbourne, Australia (Prof. J.M. Hergt); Chinese Academy of Sciences (Prof. F.-Y. Wu); Institute of Geodynamics of Romanian Academy, Bucarest, Romania (Dr. I. Seghedi); Department of Earth Sciences, University of Yaoundé I, Cameroon (Prof. Jean Pierre Tchouankoue).

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Vulcanologia e Fisica del Vulcanismo
Vulcanologia 
Docenti e ricercatori afferenti: Paola Petrosino, Warner Marzocchi.  Dottorandi: Carlo Pelullo, Federica Totaro

 Principali temi di ricerca:

Stratigrafia e geologia delle aree vulcaniche: ricerche prevalentemente incentrate sullo studio di dettaglio dei prodotti alcune eruzioni flegree e vesuviane, finalizzate a definirne i meccanismi eruttivi e deposizionali, nonché sulla cartografia geologica in aree vulcaniche.

Tefrostratigrafia e tefrocronologia: la linea di ricerca ha, come obiettivi principali, l'individuazione, la caratterizzazione, l' analisi e la datazione dei tefra distali intercalati in successioni marine (Tirreno centro-meridionale, Montalbano Jonico) e continentali (Bacini di Sessano e Boiano, Bacino di Acerno, Pantano di San Gregorio Magno). Essa ben si inquadra nell' ambito multidisciplinare della Geologia del Quaternario. 

Valutazioni di pericolosità vulcanica: in questo ambito si sviluppano modelli di pericolosità vulcanica, integrando metodi probabilistici e deterministici, sia per apparati centrali che per campi vulcanici,  con l'usilio di software GIS;  inoltre, si sviluppano procedure volte  alle stime  di multihazard in aree vulcaniche. Si elaborano anche mappe di impatto per scenari rilevanti a scopo di Protezione Civile.

Aspetti fluidodinamici di correnti piroclastiche: si investiga il comportamento alla fluidizzazione di miscele granulari, sia sintetiche che naturali, al fine di ricavare informazioni sempre più precise sul meccanismo di fluidizzazione nelle correnti piroclastiche. Si utilizzano metodologie e tecniche innovative (es. cilindri rotanti) per fluidizzare miscele costituite da piroclasti naturali, allo scopo di simulare in scala quello che accade in natura nelle correnti piroclastiche.

Geositi in aree vulcaniche: si propone la valorizzazione del patrimonio geologico all'interno di aree vulcaniche attive ed vengono effettuate ipotesi di fruizione per specifici geositi ai Campi Flegrei e al Somma-Vesuvio, nella convinzione che essi rappresentino un  valido strumento per la sensibilizzazione delle popolazioni residenti alle problematiche connesse al rischio vulcanico.

 

Principali collaborazioni attive:

Dipartimento di Scienze e Tecnologie Università di Napoli "Parthenope" (prof. G. Pappone, P.  Aucelli), Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali Università degli Studi di Bari A. Moro (prof. M. Marino, dott. M. Maiorano), CNR ISMAR - Napoli (dott. F. Lirer, D.D. Insinga, M. Sacchi, A. Milia, I. Alberico), INGV OV (dott. L. Pappalardo, dott. E. Cubellis). Department of Geoscience - University of Wisconsin- Madison USA (dr. B. Jicha).

 

 Didascalia  della copertina: Carta di rischio vulcanico per I vulcani attivi della Campania. Delle dieci classi in cui è  stato diviso il territorio, i toni di rosso indicano le zone a più alto rischio, quelli del blu le zone a rischio più basso.

 

vulc fig3Sketch map delle isocrone per il Mediterraneo centrale durante l'intervallo temporale 4.4 ka−79 AD. Le lineee tratteggiate collegano archivi in cui le isocrone sono ipotizzate.

vulc fig1Miscela di piroclasti dopo la prova di fluidizzazione. In alto è evidente la segregazione del materiale a minore densità (frammenti di pomici ) e in basso quella del materiale più denso (frammenti di litici lavici e cristalli).

 

 

Fisica del Vulcanismo

Gruppo di Ricerca:
Claudio Scarpati (responsabile; email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.),
Annamaria Perrotta
Ileana Santangelo
 
La vulcanologia fisica indaga i processi che controllano il comportamento dei vulcani. Il nostro gruppo di ricerca è principalmente interessato nello studio delle eruzioni esplosive e dei loro prodotti ed in quello delle strutture profonde attraverso modelli delle velocità di taglio. Nel corso degli ultimi venticinque anni abbiamo formulato modelli sulla formazione di caldere, sui meccanismi eruttivi di eruzioni Stromboliane, subPliniane, Pliniane e freatoPliniane, sulla dinamica eruttiva di brecce litiche prossimali, sui meccanismi di trasporto e di messa in posto delle correnti piroclastiche. Una particolare attenzione è stata posta alla valutazione dell’impatto dei prodotti delle eruzioni esplosive sulle aree urbane. Una specifica metodologia di indagine è stata sviluppata, in collaborazione con diversi team archeologici, per valutare i danni prodotti dalle principali eruzioni esplosive vesuviane storiche (79 dC, 472 dC, 512 dC, 1944) sui territori perivulcanici. Ciò ha permesso una ricostruzione originale degli eventi occorsi a Pompei ed in alcuni siti a nord del Vesuvio (Villa di Augusto a Somma Vesuviana e Terme Romane di Pollena Trocchia). Parte di queste ricerche sono state oggetto di divulgazione scientifica attraverso mostre e conferenze internazionali e collaborando a filmati scientifici prodotti da RAI, canale ARTE, National Geographic, CBS, K22film.
Finanziamenti - 2017-2018 Ammesso al Finanziamento delle attività base di ricerca del MIUR
Convenzioni – Parco Archeologico di Pompei, Laboratorio di Ricerche Applicate – REP n. 19 del 28/2018
Stratigrafia: stratigrafia delle successioni vulcaniche affioranti nei siti di competenza del PAP, con particolare riferimento alle aree attualmente oggetto di scavo come la Schola Armaturarum e il fronte di consolidamento (cosiddetto cuneo);
Impatto: valutazione dell’impatto e dei danni causati dall’eruzione del 79 dC;
Percorso: definizione di un percorso vulcanologico, all’interno della città di Pompei, che permetta ai visitatori di osservare i depositi dell’eruzione del 79 dC e di illustrare le tipologie di danni subiti durante l’evento eruttivo;
Musealizzazione: individuazione delle successioni stratigrafiche rappresentative della sequenza eruttiva del 79 dC per l’allestimento di installazioni rivolte a illustrare la sequenza dei prodotti vulcanici accumulati su Pompei e fornire le note illustrative dei prodotti vulcanici esposti

Fig. 3 distribuzione delle unità dellIgnimbrite Campana

Fig. 3 distribuzione delle unità dell'Ignimbrite Campana

 

vulc fig. 1 Vicolo dei balconi ancora sepolto di pomici a Pompei

fig. 1 Vicolo dei balconi ancora sepolto di pomici a Pompei

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